
La convenzione di Strasburgo come strumento giuridico contro Conte
La Convenzione di Strasburgo sui diritti umani sarà lo strumento giuridico contro il governo Conte II e i relativi provvedimenti anti-costituzionali dai DPCM alle misure dello stato d'emergenza, le denunce contro il premier potrebbero rivelare una risoluzione
Le denunce durante il lockdown contro il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte trovano uno “sfogo giuridico” nella Convenzione di Strasburgo sui diritti umani, l’intervento è stato del giurista di fama internazionale Ugo Mattei.
Ai primi di ottobre è arrivata la risposta: “Strasburgo ha riconosciuto che il Governo è in difetto poiché non ha dichiarato la sospensione dei diritti fondamentali prevista ai sensi della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo“. Mattei prosegue: “Il segretario ha aggiunto che questa piena vigenza dà giurisdizione alla corte di Strasburgo di intervenire su tutte le questioni che si sono create in fase di emergenza Covid”.
Infatti pare che il premier abbia attivato modalità incostituzionali a partire dai DPCM fino alla sospensione delle libertà fondamentali definite nella nostra Carta Costituzionale le quali possono essere sospese solo in caso dello “Stato di Guerra” non presente e non coincidente con la fattispecie dello “Stato d’emergenza” prolungato ( almeno per ora) fino a Gennaio 2021.
La risposta del Segretario europeo dà quindi il via alla prima azione contro la violazione dei diritti avvenuti durante il lockdown. L’avvocato Luca di Carlo, già da tempo impegnato sul fronte dei diritti umani, ha fatto partire la prima denuncia per democidio contro il Governo Conte.
