
Libia, bombardato un centro detenzione migranti. 40 i morti
Altri 80 sono rimasti feriti. L'attacco è stato attribuito alle forze del generale Khalifa Haftar
E’ stato bombardato nella tarda serata di ieri un centro di detenzione per migranti in Libia, a Tajoura, nella periferia orientale della capitale Tripoli. Stando alle dichiarazioni di Malek Merset, portavoce del ministero della salute del governo sostenuto dalle Nazioni Unite, almeno 40 persone sono morte ed altre 80 sono rimaste ferite nel raid aereo. Le vittime sono per lo più migranti provenienti da Sudan, Eritrea e Somalia. “È una situazione estremamente tragica, ci sono ancora corpi sotto le macerie”, fa sapere la rete televisiva al-Jazeera. A dirsi estremamente preoccupata è anche l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di rifugiati, che su Twitter ha espresso il suo rammarico: “I civili non devono mai essere un obiettivo”, si legge.
Il governo di unità nazionale riconosciuto a livello internazionale (Gna) ha denunciato l’accaduto come un “crimine odioso” e attraverso un comunicato ha subito attribuito l’attacco alle forze del generale Khalifa Haftar, chiedendo alla missione Onu di istituire una commissione d’inchiesta per indagare. Nei giorni scorsi Haftar, che controlla gran parte della Libia orientale e meridionale, aveva preannunciato “decisivi raid aerei su postazioni selezionate” appartenenti all’esercito del presidente Fayez al-Serraj. “Non è la prima volta che prendono di mira il centro. E’ finito sotto attacco ad aprile, quando hanno iniziato la loro campagna per catturare Tripoli”, ha spiegato al Jazeera. Il generale Haftar ha però negato di essere il responsabile del bombardamento e, a sua volta, ha accusato l’Esercito nazionale libico, sostenendo che a colpire il centro sarebbero state milizie alleate con il governo di Tripoli.
Appena due giorni fa Serraj era volato in Italia per incontrare a Milano il ministro dell’Interno Matteo Salvini e discutere con lui alcuni aspetti chiave del dossier libico, tra cui il nodo migranti. Ha chiesto anche di sposare la causa del Governo di Accordo Nazionale che lui stesso guida dal 2016 e che da due mesi è sotto attacco militare da parte di Haftar.
Purtroppo la questione migranti è molto complessa. La Libia è il principale punto di partenza per i migranti dall’Africa diretti principalmente verso il nostro Paese su imbarcazioni di fortuna. Sono attualmente 3.800 i migranti illegali che si trovano nei centri di detenzione libici considerati “a rischio” a causa dei combattimenti tra le forze fedeli al presidente Fayez al Sarraj e quelli che obbediscono all’uomo forte della Cirenaica.
Per il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero, il bombardamento aereo avvenuto ieri è “un’ulteriore tragedia che mostra l’atroce impatto della guerra sulla popolazione civile”. “Occorre garantire, immediatamente, misure di seria protezione per i civili e, in particolare, trasferire i migranti che si trovano nelle strutture di raccolta in luoghi al sicuro dai combattimenti e sotto la tutela delle Nazioni Unite”, ha spiegato.