Milano, bimbo ucciso dal padre. La madre: “Non sono riuscita a fermarlo”
Il padre ha confessato di aver picchiato il figlio in un raptus di rabbia fino ad ucciderlo. E' stato lui a chiamare i soccorsi, poi si è dato alla fuga ma è stato rintracciato dopo poche ore. Su di lui pende l'accusa di omicidio volontario aggravato
“Ho provato a fermarlo, ma non ci sono riuscita. Ha picchiato anche me”. Così Silvjia Z. ha ricostruito davanti agli investigatori e al pm Giovanna Cavalleri gli ultimi minuti di vita di suo figlio Mehmed di due anni e mezzo, ucciso sotto i suoi occhi dalla furia omicida del marito, Aliza Hrustic, nel loro appartamento in via Ricciarelli 22, nella periferia ovest di Milano (la foto è di TPI). La 23enne di origine croata è stata ascoltata a lungo dagli uomini della Squadra mobile e al momento non è emerso nulla che possa far pensare che sia coinvolta nell’omicidio del piccolo, anzi pure lei, a quanto pare, era vittima delle aggressioni del compagno che scattavano puntuali soprattutto quando fumava hashish fuori di casa. Se la prendeva tante volte con lei e con il figlio a mani nude, a schiaffi e calci. A dimostrarlo i lividi rinvenuti su tutto il corpo del bimbo, anche se non risultano denunce né interventi delle forze dell’ordine.
L’omicidio
È stato così pure ieri notte. “Non riuscivo a dormire, mi sono alzato dal letto e l’ho picchiato”, ha spiegato Hrustic agli investigatori ammettendo di aver ucciso lui il bambino. Non si sa se in quel momento Mehmed stesse dormendo o se stesse piangendo, fatto che il padre ha iniziato a pestarlo con violenza, riuscendo pure a vincere la resistenza della moglie, in lacrime. Attorno alle 5 del mattino Hrustic ha chiamato il 112, dicendo all’operatore sanitario che il bambino stava male e che non respirava bene. Quando i paramedici sono arrivati sul posto c’era solo Silvija col volto stravolto dal dolore, che ha subito indicato il marito come autore dell’omicidio. Vegliava sul bimbo ormai senza vita, con i piedini fasciati per le ferite provocate da alcuni cocci di vetro lasciati a terra.
Intanto Hrustic era già scappato portando con sé le altre due figlie, di tre ed un anno e mezzo. Il figlio maggiore abita in Croazia con gli zii. Gli agenti della Squadra mobile lo hanno individuato poco dopo nell’appartamento di un parente in zona Giambellino e quando si sono presentati alla sua porta non ha opposto resistenza, ammettendo le sue responsabilità. L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dalla minore età del piccolo.