Strage di Calenzano. Il bilancio dei morti sale a cinque, il presidenteAndrea Giani proclama il lutto regionale
Amaro il bilancio degli operai morti in seguito all'esplosione del deposito ENI. Cinque i morti accertati
Il bilancio dei morti della strage di Calenzano(FI) causata dall’esplosione del deposito di carburanti dell’ENI, è purtroppo salito a cinque operai deceduti. Proprio oggi i carabinieri su ordine della procura di Prato stanno eseguendo delle perquisizioni nella sede della società che aveva l’appalto per i lavori di manutenzione del deposito, la Sergeon di Potenza, per acquisire nuovi elementi utili all’inchiesta condotta dalla procura toscana. I reati ipotizzati al momento dalla magistratura sono come da evidenza dei fatti, omicidio colposo, disastro e omessa cautela delle misure per evitare incidenti, e questa prima fase servirà a capire le cause che hanno determinato nello specifico questa drammatica perdita di vite umane, senz’altro evitabile con molta più attenzione, e rispetto delle norme sul lavoro. Proclamato anche il lutto regionale, per quanto esso possa servire ai familiari degli operai morti, due lucani, Gerardo Pepe e Carmelo Corso e i tre autisti, Vincenzo Martinelli nato a Napoli ma residente a Calenzano, Cirelli e Davide Baronti. Un’amara riflessione s’impone unitamente a un rabbioso sdegno, ovverosia è possibile morire così nel 2024 per portare a casa uno stipendio spesso inadeguato a sostenere se stessi e i propri familiari? No, in nessun caso no! Si svegli anche il governo di centrodestra, in primis il ministro del lavoro Elvira Calderone cui spetta per il tramite dell’ispettorato nazionale del lavoro, la vigilanza e la repressione sull’inosservanza delle norme in materia di lavoro, tema ormai molto in disuso negli ultimi decenni in Italia.