Un altro connazionale detenuto all’estero. Alberto Trentini da oltre due mesi è in carcere in Venezuela

Un altro connazionale detenuto all’estero. Alberto Trentini da oltre due mesi è in carcere in Venezuela

Ad appena una settimana dalla liberazione di Cecilia Sala, scoppia un nuovo caso internazionale fra l'Italia e il Venezuela. Alberto Trentini, cooperante dell'ONG Humanity & Inclusion è stato fermato nel paese sudamericano il 17 Ottobre, senza avere più notizie da più di due mesi

Appena dopo poco più di una settimana dal rientro a casa della nostra Cecilia Sala, sequestrata in Iran e detenuta per quasi venti giorni nel penitenziario di Evin, scoppia un nuovo caso internazionale che vede coinvolto sempre un nostro connazionale, questa volta un cooperante in Venezuela, Alberto Trentini (foto il corriere veneto) 45 anni di Venezia, fermato senza nessuna accusa il 15 Novembre nei pressi di Caracas per ordine del governo del presidente Maduro. Trentini era arrivato nel paese sudamericano in qualità di cooperante per la ONG Humanity & Inclusion, attiva nel sociale e in particolar modo nell’assistenza e aiuto alle persone affette da grave disabilità. A lanciare l’appello è stato il legale dei familiare del cooperante, l’avv. Alessandra Ballerini, che in un comunicato ha chiesto l’intervento del governo italiano a favore di Trentini, di cui fra l’altro non si hanno più notizie da due mesi. La Farnesina si è già attivata per trovare una soluzione a questo spinoso caso diplomatico, e a Dicembre ha convocato l’incaricato d’affari del Venezuela per chiedere la liberazione del connazionale. Il governo venezuelano per bocca del ministro degli esteri ha fatto sapere che questa detenzione è una risposta all’atteggiamento ostile da parte di tre paesi occidentali quali Francia, Italia e Germania, aggiungendo di aver ordinato ai diplomatici italiani presenti a Caracas di chiedere la “sua” autorizzazione per gli spostamenti oltre un’area ben definita di 40 km dal luogo di residenza. Queste parole sono di per sé di una gravità inaudita, in quanto sono del tutto all’opposto delle norme del diritto internazionale che prevede l’inviolabilità spaziale e personale dei diplomatici stranieri, salvo il caso di commissione di un reato. Adesso vedremo come agirà il governo italiano, auspicando una pronta risoluzione del caso come avvenuto per Cecilia Sala, senza complicazioni e ulteriore detenzione per Trentini

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