
USA: Trump e la stretta sui migranti. Iniziati i rimpatri
Iniziata la stretta anti-migranti di Trump: “Le deportazioni sono iniziate“. I marines al confine con il Messico. Voli di rimpatrio, mentre la Casa Bianca afferma di aver arrestato più di mille persone in due giorni.
A pochi giorni dal suo giuramento come presidente degli USA Donald Trump ha dato inizio alla deportazione di migranti. Già nel suo primo giorno in carica aveva firmato ordini che dichiaravano una “emergenza nazionale” al confine tra USA e Messico, annunciando lo spiegamento di più truppe nella zona con l’intenzione di deportare “gli stranieri criminali“.
Come confermato dalle autorità ieri, gli aerei militari americani che trasportavano decine di migranti espulsi sono arrivati in Guatemala: 265 guatemaltechi divisi in tre voli, due dell’esercito e uno charter, come conferma l’istituto per le migrazioni del paese centroamericano.
“Come promesso, il presidente Trump sta inviando un messaggio forte al mondo: chi entra illegalmente negli Stati Uniti andrà incontro a gravi conseguenze“, si legge nel post su X, con la scritta in sovrimpressione “I voli di deportazione sono iniziati.
Nelle immagini si vedono alcuni dei 70-80 migranti diretti in Guatemala, imbarcati alla base militare di Fort Biggs nei pressi di El Paso, in Texas, al confine col Messico. Il Pentagono ha utilizzato due C-130 e due C-17, in coordinamento con il dipartimento di Stato e il dipartimento della Homeland security.
In verità si tratta di una procedura standard, ma con questo annuncio la Casa Bianca ha voluto mostrare ufficialmente la sua linea dura, come avvertimento contro quella che ritiene “l’invasione” dei clandestini.
Da tempo l’amministrazione Trump affermava di voler ripristinare una politica “Remain in Mexico“, che prevede che le persone che fanno domanda per entrare negli Stati Uniti devono rimanere in Messico finché la loro richiesta non è stata valutata.

Karoline Leavitt
Karoline Leavitt, portavoce della Casa bianca, ha confermato ieri su X che tale programma era stato ripristinato e che il Messico aveva schierato circa 30 mila soldati della Guardia Nazionale al suo confine.
Da parte sua il governo messicano non ha confermato né l’arrivo dei voli né alcun accordo sul numero di aerei con a bordo i deportati, ma il ministero degli esteri di Città del Messico ha sottolinea di essere pronto a collaborare, dichiarando che il paese avrebbe “sempre accettato l’arrivo di messicani nel nostro territorio a braccia aperte“. I voli sono arrivati mentre la Casa Bianca ha detto di aver arrestato più di mille persone in due giorni con centinaia di deportate da aerei militari, in quella che considera “la più grande operazione di deportazione di massa della storia è in pieno svolgimento“.
I deportati di ieri sono stati portati in un centro di accoglienza presso una base dell’aeronautica militare nella capitale del Guatemala, lontano dai media.