25 aprile: in scena la festa dell’anti-unità

25 aprile: in scena la festa dell’anti-unità

Tensioni a Roma e a Milano contro la Brigata ebraica. Di Maio attacca Salvini per non aver partecipato alle celebrazioni ufficiali ma il leader del Carroccio replica: "Il 25 aprile non è un derby tra fascisti e comunisti. E' la festa della liberazione ed oggi la vera liberazione è dalla mafia"

Doveva essere la Festa di tutti gli italiani, la celebrazione unanime della Liberazione dal nazifascismo ed invece è stato un giorno di forti contestazioni e divisioni politiche (la foto è di Huffington Post). Come ogni anno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dato il via ai festeggiamenti deponendo la corona d’alloro all’Altare della Patria, in Piazza Venezia a Roma. Con lui erano presenti, tra gli altri, anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, il sindaco di Roma Virginia Raggi e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Mattarella si è poi recato a Vittorio Veneto, mentre Conte con Raggi e Trenta ha deposto una corona davanti al sacrario delle Fosse Ardeatine, in ricordo dell’eccidio del 24 marzo del 1944 in cui furono trucidate 335 persone, tra militari e civili. Il presidente della Repubblica ha ricordato che la memoria è “un dovere morale e civile”. “Oggi, come allora, c’è bisogno di donne e uomini liberi e fieri che non chinino la testa di fronte a chi, con la violenza, con il terrorismo, con il fanatismo religioso, vorrebbe farci tornare a epoche oscure, imponendoci un destino di asservimento, di terrore e di odio – ha spiegato. – La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva”.

Nonostante queste parole e gli appelli all’unità provenienti da più parti, quella andata in scena ieri è stata una festa amara, caratterizzata da forti polemiche in diverse città d’Italia. “La Liberazione nazionale è un momento che unisce tante comunità e che deve unire sempre di più, non deve essere un giorno di divisioni”, aveva detto in mattinata il vicepremier, Luigi Di Maio, a margine della cerimonia nella sinagoga romana di via Balbo. Ma non è stato così. Milano si è confermato uno dei luoghi più caldi della contestazione per gli attacchi alla Brigata ebraica da parte di un gruppo di filo-palestinesi. “Via i sionisti dal corteo”, “Israele Stato terrorista”, “Contro l’imperialismo e il sionismo, con la resistenza palestinese. Al fianco dei popoli che lottano” sono stati gli slogan usati. Anche a Roma però ci sono stati problemi. “Ci abbiamo provato, ringrazio il Pd, i sindacati, a marciare insieme per il 25 aprile ma non è stato possibile”, ha affermato la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello. Comunque in Campidoglio la sindaca Raggi, i partigiani, la comunità ebraica e i sindacati hanno celebrato insieme. Il clima però è restato freddo e non c’è stata nessuna stretta di mano tra il presidente dell’Anpi di Roma, Fabrizio De Sanctis, e la Dureghello.

Ieri non hanno smesso di incrociare le spade neanche Matteo Salvini e Luigi Di Maio che hanno celebrato in modo diverso la festa della Liberazione. Salvini non ha preso parte alle celebrazioni ufficiali ed ha preferito recarsi invece a Corleone per inaugurare un commissariato, perché secondo lui “la vera Liberazione oggi è dalla mafia”, non è un “derby tra fascisti e comunisti”. “Ognuno passa il 25 aprile come vuole – aveva detto a Pinzolo – vestito come vuole, senza polemica. Ma credo sia giusto che il ministro dell’Interno vada in Sicilia a combattere la mafia. La lotta a camorra, ‘ndrangheta e mafia è la nostra ragione di vita. Il 25 aprile non sarò a sfilare qua o là, fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, neri, gialli e bianchi. Vado a Corleone a sostenere le forze dell’ordine nel cuore della Sicilia”. Questa mossa non è piaciuta a Di Maio che ha riacceso i riflettori sul caso Siri, indagato per corruzione. “Puoi anche andare a Corleone a dire che vuoi liberare il Paese dalla mafia, ma devi evitare che la politica abbia anche solo un’ombra legata a inchieste su corruzione e mafia”, ha detto. Da Palazzo Chigi anche il premier ha preso le distanze dal 25 aprile “controcorrente” del leader del Carroccio. “Sbaglia chi non fa festa. E’ il giorno in cui abbiamo riconquistato la nostra indipendenza, che ha avviato la rinascita della nazione e nel quale possiamo tutti rinvenire le radici del nostro patto costituzionale”, ha spiegato Conte. Ma Salvini difende la sua decisione. “La scelta di stare a Corleone per la festa della Liberazione è assolutamente in sintonia con chi rischia la vita indossando la divisa per liberare il paese dall’occupazione della mafia- ha detto dalla Sicilia. – Pensate che stia facendo un picnic qui o una scampagnata? Qualunque cosa avessi fatto io oggi avrebbero fatto polemica”.

 

Categorie
TAGS
Condividi

Commenti

WordPress (0)