Guerra in Medioriente: giorno 146, 30mila morti a Gaza
Il Ministero della sanità di Hamas ha contato più di 30mila le vittime nella Striscia. USA temono operazioni di Tel Aviv nel Libano. I media israeliani affermano che Hamas rifiuta accordi sul cessate il fuoco, ma dall’Egitto arriva la notizia di un probabile incontro di domenica prossima.
Hamas, tramite il suo Ministero della Sanità, ha annunciato che il numero dei morti a Gaza ha superato i 30mila, dall’inizio del conflitto con Israele il 7 ottobre. Altre 79 persone risultano uccise la scorsa notte durante gli attacchi israeliani.
Gli USA temono che Tel Aviv stia pianificando operazioni di terra nel Libano, da intraprendere entro primavera o l’inizio dell’estate, se dovessero fallire i negoziati diplomatici per costringere gli Hezbollah a ritirarsi dal confine con Israele (come previsto dalla Risoluzione 1701 dell’Onu).
Da parte sua, il Parlamento europeo continua a chiedere “un cessate il fuoco immediato e permanente nella Striscia di Gaza, al fine di garantire ai suoi abitanti un accesso ininterrotto a cibo e acqua“, si legge in una relazione sulla salvaguardia dei diritti umani contro i regimi autoritari approvato dall’aula a Strasburgo.
Nel frattempo il Times Of Israel, precisando che non si tratta di fonti ufficiali, afferma che Hamas avrebbe risposto negativamente a un accordo per un cessate il fuoco temporaneo e il rilascio degli ostaggi. Secondo il media di Tel Aviv, Hamas definirebbe l’accordo “un documento sionista” che, oltre a non garantire il ritorno degli sfollati di Gaza, non permetterebbe lo scambio di un numero di prigionieri palestinesi proporzionato a quelli israeliani.
Ma la dichiarazione del Times Of Israel contrasta con quanto riferito dal network Al-Quds (vicino ad Hamas), che cita fonti diplomatiche egiziane: ci sarebbe “un accordo preliminare” per tenere un incontro domenica prossima al Cairo, per annunciare il cessate il fuoco. Ma bisognerà comunque raggiungere un’intesa tra le parti. Il quotidiano del Qatar “Al-Arabi Al-Jadid”, in una nota ripresa poi dai media di Tel Aviv, conferma che c’è una intesa generale sul cessate il fuoco e lo scambio degli ostaggi ma “i dettagli sono ancora un ostacolo“.