Istat, il nostro è un paese destinato all’estinzione. 117 mila in meno e poche nascite

Istat, il nostro è un paese destinato all’estinzione. 117 mila in meno e poche nascite

"E' il ricambio naturale più basso in oltre un secolo": per ogni 100 residenti che muoiono ne nascono solo 67. Le regioni più in calo sono quelle del Centro e del Mezzogiorno. Si allunga però di un mese la speranza di vita, passando a quasi 81 anni per gli uomini e 85,3 per le donne

L’Italia rischia l’estinzione: le nascite sono ai minimi e ci sono 117 mila persone in meno rispetto allo scorso anno. A tracciare il bilancio preoccupante è l’Istat che ha sottolineato come al primo gennaio 2020 i residenti ammontano a 60 milioni e 317mila, diminuendo di più di 110 mila unità rispetto ai dati del 2019.

Il trend negativo va avanti ormai da cinque anni. Il calo maggiore si registra nel Mezzogiorno e nel Centro, in particolare la Toscana, mentre nel Nord gli italiani crescono con un buon ritmo soprattutto a Bolzano (5 per mille), Trento (3,6 per mille), la Lombardia ed Emilia Romagna.

A preoccupare sono le nascite, decisamente inferiori ai decessi, rispettivamente 435 mila contro 647 mila. Secondo l’Istat si tratta “del più basso livello di ricambio naturale mai espresso dal Paese dal 1918“. In sostanza per ogni 100 persone che muoiono in Italia ne nascono solo 67 mentre 10 anni fa erano 96.

Nonostante il record negativo, il numero di figli per donne rimane costante, 1,29 e dunque a incidere sul calo non è la decisione di non mettere al mondo figli quanto piuttosto un abbassamento della fecondità. Si alza invece l’età del parto dato che le donne ultraquarantenni fanno più figli delle giovani sotto i vent’anni e la media si aggira sui 32 anni.

Un altro dato importante da sottolineare è che mentre gli italiani fuggono dal loro Paese, gli stranieri continuano ad arrivare. La Regione dove è più alta l’incidenza degli stranieri è l’Emilia Romagna, con un tasso del 12,6%, seguita dalla Lombardia (1,2%) e dal Lazio (11,7%).

In tutto questo un dato positivo c’è: la speranza di vita alla nascita in Italia si è allungata di un mese , passando a quasi 81 anni per gli uomini e 85,3 per le donne. Si vive più a lungo soprattutto nel Nord. Il record di sopravvivenza per le donne si riscontra a Trento, con una speranza di vita che arriva a 86,6 anni, il più alto livello mai toccato nella storia del Paese per una singola Regione.

Nonostante si stia spopolando, il Mezzogiorno presenta ancora una popolazione mediamente più giovane rispetto a quella del Centro-Nord. Gli ultrasessantacinquenni hanno un’incidenza del 21,6% contro il 23,9% del Nord e il 23,8% del Centro ma questo è un dato destinato a scomparire dato che sempre più giovani del Sud si stanno spostando al Nord o addirittura fuori dall’Italia per mancanza di lavoro nella propria terra d’origine.

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