Recovery Fund: il piano europeo per la ripresa economica
Ad oggi la proposta della Commissione europea non è ancora soddisfacente
Il ricovero found che prevede gli aiuti agli stati dell’Unione europea avrebbe numerose conseguenze negative e la leader di fratelli d’Italia Giorgia Meloni
Lo scorso 27 maggio la Commissione Europea ha presentato un piano da 750 miliardi di euro volto a sostenere, sia tramite sovvenzioni che prestiti, la ripresa economica degli Stati membri in seguito alla crisi innescata dall’emergenza sanitaria. Il finanziamento del “Recovery Fund”, il fondo di recupero garantito dal bilancio dell’Unione Europea, avverrebbe attraverso la raccolta di liquidità data dell’emissione dei “recovery bond”, titoli di debito comuni europei che inaugurerebbero una nuova e più forte solidarietà comunitaria. La liquidità così ottenuta sarebbe quindi distribuita ai governi nazionali maggiormente in difficoltà e non dovrebbe essere rimborsata. Durante il Consiglio Europeo interlocutorio che si è recentemente tenuto in videoconferenza, i leader dei 27 Paesi dell’Unione Europea hanno ufficialmente iniziato a discutere questa proposta, limitandosi ad esprimere le proprie posizioni di partenza. Novità più interessanti con ogni probabilità emergeranno da un summit che dovrebbe tenersi di persona per la metà di luglio a Bruxelles. Intanto, alla luce della ferma contrarietà manifestata da Olanda, Svezia, Danimarca, Austria e Finlandia, la trattativa per il necessario accordo unanime è ancora lunga e tortuosa. Anche tra gli Stati favorevoli, nonostante la condivisione di una base minima comune, differenti sono le visioni avanzate in merito, in considerazione del diverso impatto che la pandemia da Covid-19 ha avuto in ciascun Paese. L’Italia, come la Spagna, è stata la più colpita dall’emergenza sanitaria ed ha sofferto in maniera significativa le conseguenze economiche del lockdown. Per questo motivo l’opposizione, guidata da Salvini e Meloni, ha più volte invitato il governo Conte a non accettare passivamente un piano di aiuti che allo stato attuale non sembra ancora soddisfacente. Per rilanciare davvero il Paese occorre, infatti, un “Recovery Fund” cospicuo, immediato, con una quota maggioritaria di contributi a fondo perduto e senza condizionalità. Basta promesse, le imprese e i lavoratori italiani aspettano soldi veri.