Riforma della Giustizia: via libera dal Consiglio dei ministri

Riforma della Giustizia: via libera dal Consiglio dei ministri

Approvato al Cdm il testo sulla riforma della giustizia che prevede, tra l’altro, la separazione delle carriere. Meloni: “La riforma non è punitiva“. Santalucia dell’Anm: “Sciopero? Valuteremo”.

In soli 20 minuti il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge costituzionale sull’ordinamento giurisdizionale e l’istituzione della Corte disciplinare. Include norme per la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, l’ipotesi sorteggio per la componente laica del Csm, e la nascita dell’Alta Corte per giudicare gli errori dei magistrati. Il presidente dell’Anm Santalucia dichiara: “Sciopero? Valuteremo“.

Per Antonio TajaniSiamo finalmente in dirittura d’arrivo per la riforma. Ogni imputato avrà la possibilità di avere l’accusa e la difesa sullo stesso piano. Nessuna scelta contro i magistrati, anzi è una riforma che va nella direzione di evitare una politicizzazione dei magistrati“.

Antonio Tajani

Da parte sua Giorgia Meloni sottolinea che è stato “rispettato un altro impegno preso con gli italiani” dal momento che nel programma del Centrodestra era previsto “che avremmo riformato la giustizia“.

Come spiega la Premier italiana, il disegno di legge contribuirà ad avere “finalmente una giustizia più equa ed efficiente” e risponde a chi “in questi mesi ha detto che non avremmo mai avuto il coraggio di presentare questa riforma, attesa da decenni: evidentemente ancora non conoscono la nostra determinazione. Quando è giusto fare qualcosa nell’interesse dell’Italia e degli italiani noi semplicemente la facciamo. Ma certo varare questa riforma, dopo 30 anni che se ne parla, è un risultato epocale“.

Giorgia Meloni

Carlo Nordio, ministro della Giustizia, nel corso della conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri ha dichiarato: “È un provvedimento epocale, la separazione delle carriere è una tesi che sostengo da 25 anni: attua il principio fondamentale del processo accusatorio voluto da Vassalli, mutuato dall’ordinamento anglosassone. Non si è solo ottemperato ad un obbligo preso con l’elettorato, ma anche un passaggio dovuto così da dare seguito al processo accusatorio voluto dal maestro Vassalli“.

Meloni passa poi a spiegare che la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri servirà a “differenziare finalmente il percorso di chi è chiamato a giudicare i cittadini da quello di chi ha l’incarico di muovere le accuse“.

La seconda novità, prosegue la leader di Fratelli d’Italia, riguarda la modalità di selezione dei componenti del Consiglio superiore della Magistratura, dal momento che “l’attuale meccanismo di composizione” dell’organo di autogoverno della giustizia “ha purtroppo creato un sistema dominato dalle correnti della magistratura, che ne ha minato la percezione di indipendenza e ha penalizzato quella stragrande maggioranza di magistrati che vogliono solo fare bene il loro lavoro, senza per questo doversi piegare alla logica delle dinamiche politiche o correntizie“.

Quindi “per rompere il meccanismo delle correnti” è stato previsto che i componenti del Csm vengano selezionati per sorteggio, con modalità che saranno stabilite dalla legge.

Carlo Nordio

Il terzo e ultimo cambiamento riguarda la costituzione dell’Alta corte disciplinare, un nuovo organismo indipendente che dovrà esprimersi sugli illeciti dei magistrati “sottraendo questa attività al Csm in modo da superare la criticità registrata finora di un sistema, anche qui, condizionato dal correntismo, e che quindi tende a non sanzionare mai neppure le violazioni più grosse“.

Immediata la reazione dell’Associazione nazionale magistrati che, tramite il suo presidente Giuseppe Santalucia, ha convocato “in via d’urgenza” la Giunta esecutiva.

La logica di fondo del ddl si rintraccia in una volontà punitiva nei confronti della magistratura ordinaria” leggiamo nella nota diffusa dalla Giunta esecutiva centrale che mette in risalto i “molteplici aspetti allarmanti” contenuti nel provvedimento. “È una riforma che esprime la chiara intenzione di attuare un controllo sulla magistratura da parte della politica. Quella di oggi è una sconfitta per la giustizia, significa dar più potere alla maggioranza politica di turno, danneggiando innanzi tutto i cittadini“.

A rispondere alla replica dell’Anm è stata la stessa Giorgia Meloni: “Non capisco perché si possa considerare una riforma del genere punitiva nei confronti dei Pm, e trovo bizzarro che venga definita una vendetta. Io non considero la magistratura un mio nemico e a questo punto chiedo ai magistrati se non considerino il Governo un nemico“.

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