Camera: confronto tra Meloni e Schlein

Camera: confronto tra Meloni e Schlein

Confronto ieri alla Camera tra Giorgia Meloni e le opposizioni. Il no di Elly Schlein a elezione diretta di Premier e capo dello Stato. Meloni “Priorità a stabilità e rispetto del voto”. Mentre Renzi più aperto alle proposte del Governo.

Il Governo si è confrontato alla Camera nella giornata di ieri con PD e M5s, inizio ufficiale di un dialogo fra i partiti della maggioranza e l’opposizione.

Tra i temi trattati quello della disponibilità all’elezione diretta del Premier italiano. “Abbiamo registrato a monte una chiusura trasversale più netta sui sistemi di modello di presidenzialismo o semipresidenzialismo e che la valutazione è più variegata sull’elezione diretta del premier” così ha commentato Giorgia Meloni al termine delle consultazioni “Noi non siamo innamorati di un sistema nello specifico e c’è la possibilità di un modello italiano, non ci siamo presentati con una nostra proposta perché crediamo sia importante dialogare con le forze politiche. Abbiamo ascoltato volentieri” sottolineando che “Per noi è più difficile, se si vuole perdere tempo all’infinito, riuscire a fare una riforma che ora una maggioranza solida, e con un orizzonte sufficiente, ci consentirebbe di fare. È una riforma che, sia chiaro, non stiamo facendo per noi stessi. La consegniamo al prossimo governo, a tutte le forze politiche e crediamo che possa lasciare il segno di una democrazia più matura, più forte e più efficace e di immaginare progetti di lungo periodo”.

La Premier, nel corso del confronto durato fino alle 20 di ieri nella biblioteca di Montecitorio, ha incontrato poi Boschi e Calenda, che si mostrano disponibili a trattare sul premierato.
Anche Matteo Renzi si dichiara disponibile, affermando che un premier eletto non delegittima assolutamente il Presidente della Repubblica: “Io dico alla Meloni: vai avanti, noi sul premierato ci stiamo anche se non ci stanno gli altri e saremo corretti con voi a differenza di quanto fece la destra con le nostre riforme”.

Apertura anche da parte di Matteo Salvini, attuale ministro delle infrastrutture e dei trasporti: “È nostro dovere ascoltare tutti ma poi decidere. Da ministro delle infrastrutture sto sbloccando cantieri in tutta Italia fermi da anni. Anche sulle riforme, dare ai cittadini la possibilità di eleggere direttamente un governo o una maggioranza di governo senza cambi di poltrone o di casacca per cinque anni, insieme all’autonomia, renderà l’Italia finalmente un Paese moderno, efficiente e più stabile”.

Matteo Salvini

Più in dettaglio, il dibattito tra Governo e opposizione sulle riforme riguarda la forma di governo, e i tre modelli sui quali Giorgia Meloni punta in particolare sono quelli del presidenzialismo, del semipresidenzialismo e del premierato con l’elezione diretta del capo del governo. Il primo si basa sulla netta separazione tra un potere legislativo bicamerale ed un Esecutivo fondato su un Presidente della Repubblica eletto direttamente dal popolo. Il secondo si ispira al sistema francese che, come in altre democrazie parlamentari, si fonda sulla fiducia tra Governo e Camera, con i leader di partito che invece di competere per la carica di Primo Ministro si contendono quella di Presidente della Repubblica. Un sistema che permetterebbe una maggiore flessibilità, eliminando però il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica. Previsto dalla Costituzione italiana.

Con il terzo, il premierato, si voglio ottenere gli stessi risultati di altre democrazie parlamentari, governi basati su un insieme di coalizioni che accettino come leader la figura indicata dal partito più votato. Il Governo, così, verrebbe votato comunque in Parlamento, ma tenendo conto del voto degli elettori.

Più fredda a tali proposte è stata Elly Schlein, in particolare all’elezione diretta del Premier: “Non si tocca il presidente della Repubblica, la sua figura è garanzia di stabilità, anche nei momenti più difficili, e di credibilità. La forma parlamentare va migliorata, ma non superata e abbandonata. Diciamo no all’elezione diretta del presidente della Repubblica, no al premierato o al sindaco d’Italia”.

Elly Schlein

Ma lascia tuttavia aperta la possibilità alle altre proposte, a patto che rafforzino stabilità ed efficienza delle istituzioni: “Sottolineiamo che per noi questa discussione sulle riforme non è una priorità del paese, le priorità sono lavoro, sanità, Pnrr, clima, giovani, casa. Ci sentiamo vicini agli studenti e studentesse che anche in queste ore si stanno mobilitando perché non stanno trovando casa per il caro affitti” ha infatti confermato la segretaria del PD “Se l’obiettivo è rafforzare l’efficienza delle istituzioni, la stabilità e la rappresentata noi non ci sottraiamo. Esamineremo le proposte nel merito, senza pregiudizi. Su ciò che va nella direzione di migliorare, lo guarderemo con attenzione”.

Le proposte avanzate dal PD tramite la sua segretaria ieri riguardano: la riforma della legge elettorale, il rafforzamento dei poteri del Premier (Sul modello tedesco), il rafforzamento degli istituti referendari, con la possibilità di firmare anche in digitale, e la necessità di limitare la decretazione d’urgenza.

 

 

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