Il centrodestra perde le elezioni regionali. Le ragioni di una sconfitta
Il centrodestra perde le elezioni regionali in Emilia Romagna e in Umbria, e adesso Giorgia Meloni e Matteo Salvini insieme ad Antonio Taiani, devono per forza di cose suonare la sveglia ai propri dirigenti e tornare a vincere come nel 2022, senza più sconfitte
Il risultato delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Umbria non è certo positivo per il centrodestra. La sconfitta con larga misura in Emilia e significativa in Umbria, segnano per la coalizione di governo guidata da Giorgia Meloni, ha subito una sconfitta che deve far riflettere i big dei tre partiti di governo, la cui risposta agli elettori sulle tematiche gravi del paese è stata considerata debole. In Emilia Romagna, dove la sinistra ha sempre vinto con percentuali quasi bulgare dalla metà del secolo scorso, il centrodestra non aveva nessuna possibilità di vittoria con il candidato del centrosinistra, Michele De Pascale, sindaco uscente di Ravenna, al netto del curriculum di tutto rispetto di Elena Ugolini, dirigente scolastico e proveniente dalle fila di comunione e liberazione, e riconoscendole grande combattività, De Pascale aveva tutte le chance per vincere le elezioni, grazie al vero motivo del primato nella regione più rossa d’Italia, ovverosia l’apparato amministrativo e produttivo saldamente nelle mani del PD. In Umbria Donatella Tesei in questi cinque anni, non è riuscita a dare risposte concrete alle problematiche della regione, ha perso i voti dei cattolici capeggiati dal movimento Pro Vita, di Rachele Ruio a causa del patrocinio dato al gay pride , in secundis ha subito un avviso di garanzia nell’ultimo periodo che agli occhi degli elettori umbri è stato un colpo di grazia. Non serve minimizzare e le stesse parole del premier Giorgia Meloni secondo cui” la sconfitta serve a far rimanere con i piedi per terra”, significano in parole povere che il centrodestra deve darsi da fare, in quanto l’elettore anche medio grazie ai social intercetta molto di più le problematiche reali che vive, alle quali il governo dovrà dedicare molta più attenzione se non vuole ulteriori sconfitte, considerando la percentuale mai avuta di quasi il 30% dei consensi. Ora Meloni e Salvini, passando per Taiani, suonino le trombe per svegliare i propri dirigenti e tornare a vincere come due anni fa.