La Deuthsce Bank abbandona dopo 150 anni il mondo azionario

La Deuthsce Bank abbandona dopo 150 anni il mondo azionario

L'Istituto tedesco attuerà un taglio di 18 mila dipendenti e nel secondo semestre 2019 previste 2,8 mld di perdite

Ieri il Cda di Deuthsce Bank ha approvato un maxi piano di ristrutturazione, con un taglio di 18mila posti di lavoro entro il 2022, oltre un dipendente su cinque, dei suoi 91.500 addetti sparsi in tutto il mondo. L’annuncio della ristrutturazione di Deuthsce Bank arriva insieme anche alla decisione di riduzione della sua divisione di banca di investimenti, un’operazione che costerà ben 7,4 miliardi in tre anni. «Con questo piano vogliamo concentrarci sui nostri punti di forza e ritirarci da dove non siamo più competitivi – fanno sapere da Deutsche Bank – i punti di forza sono ancora per la banca le aziende, il ceto medio, le grandi imprese».

La Deutshe Bank sarà presente ancora in America e Asia, ma dopo 150 anni di storia questa ristrutturazione decisa ieri a Berlino, sembra la più impegnativa della sua storia. Il piano studiato dal Cda comporterà oneri per 3mld nel secondo semestre fiscale dell’anno in corso, e produrrà una perdita netta di 2,8 mld di euro. Verrà costituita anche una bad bank per i 74 miliardi di asset problematici e per i prodotti finanziari riconosciuti altamente speculativi. «Con la ristrutturazione sarà un nuovo inizio per l’Istituto tedesco – lo dichiara il presidente di Deutsche Bank, Sewing che aggiunge – abbiamo adottato le azioni necessarie per liberare tutto il nostro potenziale». Le conseguenze saranno che gli azionisti di Deutsche Bank non vedranno dividendi fino al 2022. C’è comunque una buona notizia in tutto questo, e cioè i soci non saranno chiamati a contribuire alla ristrutturazione dell’Istituto finanziario, mettendo mano a propri portafogli. Non sarà previsto infatti nessun aumento di capitale nonostante la maxi operazione che invertirà la rotta della banca tedesca da player globale dell’ investiment banking a istituto centrato sulle attività tradizionali del credito e dell’asset management.

 

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