Stupro Viterbo, il gip parla di “scene raccapriccianti” e di “reiterati abusi sulla donna”

Stupro Viterbo, il gip parla di “scene raccapriccianti” e di “reiterati abusi sulla donna”

La difesa parla invece di rapporto consensuale e chiede i domiciliari per i due aggressori, militanti di CasaPound. Dure le reazioni dal mondo politico. Simone Di Stefano, segretario nazionale di Casapound Italia, chiede la castrazione se i fatti dovessero risultare veri

Invece di attendere il normale processo la Procura di Viterbo, guidata da Paolo Auriemma, potrebbe richiedere l’incidente probatorio sul presunto stupro che ha portato all’arresto di due militanti di CasaPound, Francesco Chiricozzi, il consigliere comunale eletto a Vallerano nel viterbese, e il militante Riccardo Licci, entrambi 20enni (la foto è ripresa da Leggo.it). La vittima potrebbe quindi essere ascoltata con valore di prova prima del dibattimento attraverso una vera e propria udienza anticipata, fatta in camera di consiglio e dunque protetta. Di solito è questa la prassi nei casi di reati come le violenze sessuali. Si agisce in questo modo per proteggere la parte offesa da eventuali altre pressioni o traumi che potrebbe avere se subisse un processo ordinario.

Intanto emergono nuovi dettagli sul caso. Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere il gip Rita Cialoni parla di fatti di una “gravità inaudita”, “scene raccapriccianti” con “reiterati abusi” “nonostante lo stato di semi-incoscienza” in cui si trovava la vittima. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, una donna di 36 anni è stata aggredita la notte tra l’11 e il 12 aprile scorso in un circolo privato di Viterbo, l’Old Manners, che, pur non essendo una sede ufficiale di CasaPound, è considerato un punto di ritrovo tra i militanti del movimento di estrema destra. A quanto pare i tre erano a una festa e poi si sono spostati nel locale. Ubriachi, i ragazzi avrebbero tentato un primo approccio con la donna ma la violenza sarebbe scattata soltanto dopo il suo rifiuto. A quel punto sarebbe stata colpita a calci e pugni fino quasi a svenire, abusata e filmata con i cellulari. “Stai zitta, tanto non ti crederà nessuno”, avrebbero poi detto alla vittima. “È stata una violenza inaudita – hanno spiegato gli investigatori. – La donna è stata abusata più volte prima da uno e poi dall’altro per alcune ore, fino a quando non è stata abbandonata dai due ragazzi sotto casa”.

Ad incastrarli sono stati i video e le foto della violenza trovati sui loro cellulari. Un video sarebbe stato condiviso su una chat whatsapp di Blocco studentesco e tra i destinatati ci sarebbe stato anche il padre di Licci che, viste le immagini, lo avrebbe invitato a disfarsi il prima possibile del telefono. Un altro componente del gruppo, invece, avrebbe suggerito di fare “l’hard reset del telefono”. Ma non c’è stato il tempo perché dopo la denuncia della donna, che ha riconosciuto in foto i suoi aggressori, sono scattate le indagini che tempestivamente hanno portato all’arresto dei due militanti. Due giorni fa alla richiesta degli avvocati dei presunti aggressori di sostituire il carcere con i domiciliari, la procura ha dato parere negativo. Ora spetta al gip decidere. I difensori ritengono infatti che la misura cautelare del carcere sia troppo dura e, soprattutto, non ce ne sarebbero i motivi. Secondo loro il rapporto è stato consensuale e le lesioni trovate sul corpo della donna sarebbero dovute solo al fatto che la superficie dove si poggiava era dura. “I nostri assistiti hanno risposto alle domande del giudice e ricostruito i fatti in maniera diversa rispetto a quanto detto dalla persona offesa – hanno spiegato gli avvocati. – Sono due ragazzi di 20 anni, provati da questa situazione. Sono addolorati per quello che è avvenuto. Sicuramente hanno valutato in maniera errata una situazione”. Tanto i loro difensori ne ribadiscono l’innocenza, tanto il gip Rita Cialoni è netta. I video, a suo dire, hanno avuto il “chiaro scopo di schernire ulteriormente la malcapitata esibendo come fosse un trofeo un tale scempio”. Il giudice insiste sulle “palesi condizioni di inferiorità psico-fisica” di lei e sugli “insani impulsi sessuali” dei due. Anche l’avvocato della donna ha condannato duramente la posizione della difesa. “Nessuna donna consenziente – ha detto ai microfoni del Tg5 – viene malmenata perché è consenziente. Se viene menata vuol dire che non ci sta. Ha preso le botte perché non voleva. I due, riprendendola col telefonino, hanno fatto una cosa bruttissima e orrenda, ma allo stesso tempo le hanno fatto un favore, perché magari nessuno ci credeva”.

Intanto i due militanti sono stati espulsi categoricamente da CasaPound che ha bollato la violenza come un “atto infame”. Le reazioni della politica non sono state da meno. “Nessuna tolleranza per pedofili e stupratori: la galera non basta, ci vuole anche una cura”, ha tuonato il ministro degli Interni, Matteo Salvini, al quale ha fatto eco Simone Di Stefano, segretario nazionale di Casapound Italia, che su Twitter ha scritto: “Qualora e se risultassero colpevoli, auspico pene durissime come per ogni altro infame stupratore. Castrazione compresa”.

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