USA e dazi: Trump sospende le misure per il Canada. L’impatto sul Pil dell’Italia

USA e dazi: Trump sospende le misure per il Canada. L’impatto sul Pil dell’Italia

Washington giunge a un accordo con il Canada per la storia dei dazi di Trump. Ma l’impatto delle misure per l’Italia potrebbe essere di 3,8 miliardi di euro. La Cina reagisce con contromisure.

Nello scenario di dazi imposti da Donald Trump la Casa bianca dichiara di averli sospesi, almeno per 30 giorni, nei confronti delle merci canadesi. A confermarlo è il Primo ministro del Canada, Justin Trudeau, sul suo social X dopo una telefonata con il presidente americano: “Il Canada sta prendendo nuovi impegni. Nomineremo un responsabile della questione del fentanyl, aggiungeremo i cartelli messicani alla lista delle entità terroristiche e lanceremo, con gli Stati Uniti, una forza d’attacco congiunta contro la criminalità organizzata, il traffico di fentanyl e il riciclaggio di denaro sporco“.

Justin Trudeau

Trudeau ha anche definito “buona” la conversazione con Trump e ha assicurato che il Canada sta mantenendo l’impegno per un piano di protezione dei confini da 1,3 miliardi di dollari “con nuovi elicotteri, tecnologia e personale, un migliore coordinamento con i partner americani e maggiori risorse per fermare il flusso di fentanyl“.

Donald Trump, da parte sua, si dichiara “molto soddisfatto” dell’esito dei negoziati con il Canada, confermando la sospensione del suo piano di dazi doganali nei confronti di Ottawa: “Sono molto soddisfatto di questo risultato iniziale e i dazi annunciati sabato saranno sospesi per un periodo di 30 giorni per vedere se si potrà strutturare un accordo economico definitivo con il Canada“.

Donald Trump

Rimane ancora il discorso dei dazi contro l’Unione europea, in particolare l’Italia. Come stima la Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria del Mezzogiorno, l’impatto di tali misure commerciali degli Stati Uniti nei confronti delle merci europee, più volte minacciate da Trump, potrebbe pesare per 3,8 miliardi di euro sul Pil italiano e 5,8 miliardi di euro dell’export verso gli Usa, con una ricaduta in termini di posti di lavoro di oltre 53mila Ula (unità lavorative per anno).

Passiamo alla Cina. In attesa di una telefonata tra Trump e il suo omologo cinese Xi Jinping, che potrebbe portare a un accordo come quello con il Canada, Pechino ha scatenato una ritorsione contro i dazi USA.

Xi Jinping

Diversi enti governativi cinesi hanno già annunciato azioni mirate verso beni e aziende americane subito dopo l’entrata in vigore delle tariffe statunitensi del 10% sull’import di tutti i beni made in China. Il ministero del Commercio ha confermato aliquote del 15% su carbone e gas naturale liquefatto proveniente dagli USA, oltre a un aggiuntivo su petrolio, attrezzature agricole e alcuni veicoli di grossa cilindrata Usa, in vigore dal10 febbraio prossimo.

Inoltre, Pechino prevede anche una stretta sui controlli all’export di tungsteno, tellurio e altri prodotti in metalli rari (in genere utilizzati per le batterie al litio, con l’Antitrust cinese che ha anche annunciato l’avvio di una non meglio specificata indagine anti-monopolio su Google.

Come ha criticato il Ministero del commercio di Pechino: “L’imposizione di tariffe da parte degli Stati Uniti sull’export cinese è una grave violazione delle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio“, considerando le imposizioni della Casa bianca “di natura dolosa, tipica dell’unilateralismo e di forme di protezionismo“.

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