I fatti accaduti Sabato pomeriggio a Roma devono far riflettere il popolo ed aprire le teste che ormai sono da un’anno e mezzo in lockdown permanente. L’assalto alla sede nazionale della CGIL, in corso D’Italia a Roma, non è come additato dai media nazionali filo governativi e pro vax, il risultato delle violenze “fasciste” e della rivolta organizzata da Roberto Fiore e Giuliano Castellino, ma la conseguenza di una esacerbazione del popolo e del terrorismo mediatico che va in onda dal Marzo dello scorso anno. Premesso che per quanto sia possibile le manifestazioni si devono svolgere nel rispetto delle leggi e della persona, qui assistiamo a una crisi profonda di valori e di rispetto dei diritti costituzionali, da parte di un governo sempre più fuori dalle logiche di uno Stato di diritto e moderno, ed asservito a lobbies e poteri sovranazionali, il cui unico obiettivo non più tanto nascosto, è quello di controllare le masse e avere una società sul modello ricchi-poveri e stabilire un nuovo ordine basato non più sulle culture nazionali ma su una classe egemone che possa governare indisturbata una massa senza più una testa pensante e amorfa. Chiedere poi come ha fatto il vice segretario del PD Provenzano, con un cognome senza dubbio pesante, lo scioglimento del primo partito qual è adesso Fratelli D’Italia, ci sembra possa essere veramente fuori dalla Costituzione. Conoscendo il DNA dei comunisti e dei suoi nipotini, non ci meravigliamo più di tanto. Quello che fa male è avere un paese con un governo non eletto da nessuno che considera ormai i cittadini come numeri e vuole imporre logiche lesive dei diritti della persona, in nome del pensiero del nuovo potere mondiale

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