Afghanistan, torna l’orrore dei Talebani, ma la resistenza si organizza nella valle del Panshir

Afghanistan, torna l’orrore dei Talebani, ma la resistenza si organizza nella valle del Panshir

Il figlio di Massoud rompe gli indugi e annuncia la nascita di un fronte armato contro i nuovi padroni di Kabul. "Abbiamo anche le armi di chi si è unito a noi nelle ultime 72 ore, e i soldati dell'esercito che hanno rifiutato di arrendersi, disgustati dalla decisione dei loro comandanti" di abbandonare città e villaggi davanti all'avanzata talebana" avverte Massoud.

“Sono in Panjshir, con combattenti pronti di nuovo contro i Talebani. Abbiamo tante armi, che abbiamo immagazzinato negli anni sapendo che questo giorno poteva arrivare”, scrive Massoud in appello pubblicato dal Washington Post.

“Abbiamo anche le armi di chi si è unito a noi nelle ultime 72 ore, e i soldati dell’esercito che hanno rifiutato di arrendersi, disgustati dalla decisione dei loro comandanti” di abbandonare città e villaggi davanti all’avanzata talebana. Gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno lasciato il campo di battaglia, ma l’America può ancora essere ‘un grande arsenale per la democrazia’ come disse Franklin Roosevelt”, avverte Massoud.

“Le nostre disponibilità militari non dureranno per sempre. Finiranno velocemente finchè i nostri amici in Occidente non troveranno una strada per equipaggiarci senza ulteriori ritardi”, è  il suo appello

In Panjshir si sarebbero tessute le trame dell’alleanza con l’ex primo vicepresidente afghano del deposto governo di Kabul, Amrullah Saleh, il “presidente ad interim legittimo” del Paese, come si è dichiarato nelle ultime ore, all’indomani di altre dichiarazioni di fuoco contro i Talebani: “Noi afghani dobbiamo dimostrare che questo non è il Vietnam e i Talebani non sono affatto i Vietcong”, ha tuonato lanciando l’appello a “unirsi alla resistenza”.

Nel suo scritto, Massoud parla di altri militari “in cammino verso la Valle” e anche di “unità delle Forze speciali che si sono già unite alla lotta”. Le notizie di questo ‘esodo militare’ erano iniziate a spuntare nei giorni scorsi in molti resoconti e soprattutto sui quotidiani indiani: molti ufficiali afghani sono stati infatti addestrati a New Delhi. “C’è ancora speranza, combatteremo”, riferiva uno di questi soldati: “Sono nascosto, i Talebani mi cercano. Mio fratello è già arrivato in Panjshir, io non sono riuscito ancora”.

Secondo alcune fonti sarebbero centinaia, addirittura “migliaia” gli afghani che si sono rifugiati nella Valle, e quelli che ci si stanno dirigendo, non riuscendo a lasciare il Paese. Molti altri ancora inseguono la speranza, la leggenda del passato, vanno in Panjshir per combattere.

“Non importa cosa succeda, con i mujaheddin difenderemo il Panjshir, ultimo bastione della liberta’  afghana”, promette il figlio delcomandate Massoud.

 

 

 

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