Governo, Conte incassa la fiducia del Senato. Oggi vola a Bruxelles
I sì sono stati 169. A Palazzo Madama va in scena un duro scontro con Salvini che accusa il premier di "poltronismo" e di subalternità all'Europa e sul decreto sicurezza aggiunge: "Se viene cambiato è un ricattuccio"
Dopo il voto alla Camera, Conte ha incassato la fiducia anche al Senato. Sono stati 169 i voti favorevoli, 8 in più rispetto alla necessaria maggioranza politica di “quota 161” e solo due in meno rispetto ai consensi ottenuti nel 2018, mentre i no sono stati 133 e gli astenuti cinque. (la foto è ripresa dall’ANSA).
Nonostante il successo, oserei direi scontato, del nuovo esecutivo, non sono mancate neanche in questa occasione gli scontri con il centro-destra ed in particolare con la Lega. All’indomani della protesta indetta da Giorgia Meloni davanti a Montecitorio, ieri Palazzo Madama si è trasformato in un vero e proprio ring tra Giuseppe Conte e il leader del Carroccio Matteo Salvini. Il duello vero e proprio è iniziato quando la leghista Lucia Borgonzoni ha esibito in Aula una maglietta che esortava: “Parliamo di Bibbiano!”. Nonostante il tentativo della presidente Elisabetta Alberti Casellati a far abbassare i toni, diversi cori hanno scandito i lavori in Parlamento con gli onorevoli che urlavano “elezioni, elezioni!”. Lo stesso premier è stato accolto a suon di fischi, come un “traditore!”, “uomo “senza onore”.
Salvini non ha riservato sconti a Conte, accusandolo di “poltronismo” e di subalternità all’Europa, oltre che di mancanza di stile. “Quello che vediamo oggi è un Conte inchiodato alla poltrona come le vecchie mummie della prima Repubblica. Lo stile – ha ironizzato – non si può ricondurre solo alla cravatta, alla pochette o al capello ben tagliato”. E quando il premier ha affrontato la questione immigrazione, sottolineando la necessità di rivedere il decreto Sicurezza bis, la replica di Salvini non si è fatta attendere, definendo come “ricattuccio” l’ipotesi di uno stop al decreto. Il leader della Lega non ha risparmiato neanche i suoi ex alleati del M5s. “Abituatevi a tante piazze come quelle di ieri. Siete la minoranza nel paese ma anche all’interno dei vostri partiti”, ha ricordato, alludendo alla manifestazione di lunedì. Quella andata in scena è stata una vera corrida che Conte non ha placato e che anzi ha cercato di dominare, accusando l’ex vice premier di “mancanza di dignità” per il suo “voltafaccia”.
Alla fine però, nonostante gli scontri e le manifestazioni di protesta, il nuovo esecutivo ha avuto la fiducia da entrambe le Camere. “E’ un nuovo inizio per l’Italia, una stagione riformatrice di rilancio e speranza”, ha commentato soddisfatto il premier che è tornato a snocciolare i contenuti programmatici portanti, tra cui il taglio delle tasse, partendo da quelle dei lavoratori con interventi sul cuneo fiscale.
Il premier Conte sarà oggi a Bruxelles per una serie di colloqui, da von der Leyen a Juncker, mentre a Roma l’attenzione è sulla nomina di 42 sottosegretari.